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Primavera delle Idee, Bonetti: "Accanto alla scuola serve un percorso educativo che coinvolga l'intera comunità"

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La notizia sulla "Gazzetta di Parma", 18 giugno 2021.

«Nella durissima battaglia per contrastare il Covid, che fine avremmo fatto senza le istituzioni? Dobbiamo chiedercelo. Le istituzioni vanno rivalutate, anzi bisognerebbe rifondare una "poetica" delle istituzioni, perché sono comunità, vita insieme; non sono il luogo corrotto nemico della nostra vita quotidiana, che ci ha indotto a ritenere il populismo a lungo dominante. Quindi ripartiamo liberandoci dal vento dell'antipolitica!». È questa la riflessione, forse anche un po' provocatoria, proposta dallo psicanalista-saggista Massimo Recalcati, intervenuto, insieme alla ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, all'incontro online "Educare dopo il trauma" (intendendo per trauma il lockdown), promosso da Italia Viva di Parma nell'ambito del ciclo "La Primavera delle idee", ideato e condotto da Claudia Cicolani e Francesco Zanaga.

«La crisi - ha proseguito Recalcati - radicalizza le diseguaglianze, condiziona pesantemente la vita individuale e collettiva. Quando viene meno il pensiero dell'avvenire, nessuno pensa più di fare figli, e subentrano, soprattutto negli adolescenti, fenomeni come la depressione, gli attacchi di panico, i disturbi alimentari, aumentati notevolmente in questo anno e mezzo di pandemia, vissuti come inconsapevole estremo tentativo di salvataggio fondato sulla privazione rispetto al mondo sconvolto dal trauma. La ferita è sotto gli occhi di tutti. Anche la didattica a distanza, pur necessaria per tenere acceso il rapporto con la scuola, ne è in qualche modo un`espressione visibile».

Che fare dunque per ripartire nel modo giusto? La ricetta di Massimo Recalacati si chiama «orizzonte sul futuro», quindi una dimensione poetica della politica. L'immagine di Noè che pianta la vigna è il simbolo, il primo gesto di un progetto che si incarna non tanto con le necessarie riforme, ma con una dimensione etica e soprattutto volta al futuro della politica, che finora non ha saputo dare queste risposte. Anche l'idea stessa di libertà, va ripensata: «La libertà - dice ancora lo psicoterapeuta - non va intesa come arbitrio individuale, ma come bene collettivo: paradossalmente siamo stati più liberi chiusi in casa con il lockdown, perché abbiamo vissuto il senso di appartenenza alla comunità, così come il vaccino per me è stato un rituale civile. Molti ragazzi alternano esplosione disagio ad introversione e disertano il ritorno a scuola perché hanno paura di gestire la libertà, come i reduci dal Vietnam. Quindi servono il pensiero, la riflessione, bisogna cogliere l'occasione per ripensare il modello stesso della scuola, la responsabilità di formazione alla vita».

Sostanzialmente d`accordo la ministra per le pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti, che ha parlato di «necessità di uno sguardo e di parole nuovi, di lacerazioni da sanare a causa dell'isolamento che ha ferito relazioni e socialità, e dei diritti negati per un`umanità spezzata fra lavoro famiglia e solitudine».

«Accanto alla scuola - ha detto la ministra Bonetti - serve un percorso educativo che coinvolga l'intera comunità, per proiettarci nel futuro, costruendo una nuova socialità. Bisogna trasformare i sogni in progetti, anche passando attraverso cadute e fallimenti. Questa è la sfida che ci attende per ricomporre il Paese, per riaccendere un riformismo capace di restituire una forma al futuro».