Paita: «Europee, ben oltre il 5%. Il campo largo in Liguria? Per noi non significa nulla»

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L'intervista a Raffaella Paita per «La Repubblica Genova» del 6-04-2024

di Alberto Bruzzone

«Le Europee? Andremo sicuramente oltre il 5%. Alcuni sondaggi ci danno già al 6,2%, ma è solo l'inizio. Faremo un grande risultato. Il campo largo in Liguria? Per noi non significa nulla». A dirlo è Raffaella Paita, senatrice di Italia Viva ed esponente di spicco del partito fondato e guidato da Matteo Renzi. La parlamentare ligure è tra le principali animatrici del progetto che vede insieme Renzi ed Emma Bonino per le imminenti Europee.

Senatrice Paita, come procede il progetto degli Stati Uniti d'Europa?

«Ho l'onore di seguire insieme ad altri da vicino questo percorso, che sta procedendo bene. L'unico segnale nuovo e forte di queste elezioni Europee è l'obiettivo degli Stati Uniti d'Europa. Quello che unisce tutti gli aderenti alla lista è la visione sull'Europa: servono un rafforzamento del suo ruolo, una profonda riforma delle istituzioni della Ue, una più importante autorevolezza dell'Europa nei contesti geopolitici. Un'Europa, quindi, che esprima una maggiore autonomia militare e energetica. Un'Europa in grado di costruire una vera relazione con i paesi africani per un ruolo rilevante nel Mediterraneo. E di portare avanti una politica ambientale che non penalizzi il tessuto produttivo. Su questo Ursula von der Leyen ha fallito, e per noi non dovrebbe essere confermata alla guida della Commissione. Il nostro sogno, come ha più volte ribadito Matteo Renzi, è Mario Draghi».

I sondaggi vi accreditano oltre il 5%: se così fosse, sarebbe un risultato in linea alle vostre aspettative?

«Andremo sicuramente oltre il 5%. Alcuni sondaggi ci danno già al 6,2%, ma è solo l'inizio. Faremo un grande risultato, anche perché presenteremo liste belle, forti, rappresentative dei territori e con candidati veramente garantisti. Quelli che, invece, hanno deciso di stare fuori da questo progetto e sfasciare il Terzo polo sono in costante discesa».

In caso di buon esito delle Europee, come pensa che potrebbero cambiare i rapporti con il centrosinistra?

«Noi guardiamo alle elezioni Europee, perché abbiamo un grande rispetto della discussione sul futuro dell'Europa. Non si vota per difendere l'attuale governo o per misurare lo scontro tra Pd e 5 Stelle, si vota per il destino dell'Europa. Ogni europarlamentare in più ai riformisti è un eurodeputato in meno per chi vuole un'Europa più chiusa e più debole».

Con Azione ogni discorso è ormai chiuso?

«Carlo Calenda ha sfasciato il progetto del Terzo polo e non vuole aderire alla lista degli Stati Uniti d'Europa. Le sue piroette politiche sono ormai arcinote: ha rotto l'accordo con Letta, poi quello con Italia Viva. È un distruttore di progetti politici, che sta passando da Azione alla disperazione».

Verso le Regionali, crede ancora nella possibilità di un campo largo per la Liguria?

«Mi rifiuto di parlare di schemi come il campo largo, sono formule che per noi non significano nulla, e probabilmente nemmeno per i cittadini liguri. I cittadini liguri vorrebbero un progetto per la loro regione: ad esempio, una risposta alla drammatica situazione della sanità, o capire se questo territorio avrà finalmente infrastrutture adeguate e capillari. Su questo il campo largo, con il Movimento 5 Stelle, non può dare risposte. E incredibilmente si è accodata anche Azione. Quando parla della Liguria, Azione sembra la fotocopia del Partito Democratico: stessa posizione sulle grandi opere, salvo poi riscoprire, a parole, una attenzione alla portualità. Ma ricordo che, per sostenere la portualità in questa regione, bisogna favorire le opere, tutte: la Gronda, il Terzo Valico, la Diga».